Ginkgo
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Nome: Ginkgo
Famiglia: Ginkgoaceae
Paese di provenienza: Cina
Diametro del vaso: 15 cm
Altezza da base vaso:
Periodo di fioritura: primavera
Storia e curiosità: chiamato anche 'l'albero di nonno e nipote' perché solo la terza generazione in famiglia vedrà i suoi primi frutti, la sua coltivazione si è particolarmente diffusa in Giappone e Corea per la sua adattabilità alle tecniche bonsai.
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Ginkgo Biloba, la pianta della preistoria!
Il Ginkgo Biloba è una pianta considerata un fossile vivente: infatti è comparsa sulla Terra ben 250 milioni di anni fa ed è l'unica sopravvissuta della sua famiglia. Si tratta di una pianta apprezzatissima in erboristeria, perché le sue foglie contengono diversi principi attivi come flavonoidi, catechine e bioflavonoidi che agiscono come vasodilatatori apportando enormi vantaggi alla circolazione sanguigna e al microcircolo. Ma noi la consigliamo soprattutto per il suo fascino estetico, dovuto alla folta chioma tondeggiante che in autunno si colora di giallo brillante. Nel giro di poco tempo questo bonsai assumerà l'aspetto di un vero e proprio albero, con un tronco articolato e tante diramazioni: è sempre di grande effetto e di facile coltivazione.
La pianta, infatti, è resistente a moltissime malattie e all'attacco dei parassiti, non a caso è riuscita a giungere fino a noi dalla preistoria. Capace di sopportare temperature sotto lo zero, il bonsai può essere coltivato anche all'esterno adottando alcuni semplici gli accorgimenti: si deve collocarlo in pieno sole in primavera per favorire lo sviluppo delle foglie, mentre in estate è bene non esporlo direttamente. L'alternanza delle stagioni è la sensazione che il Ginkgo vi farà vivere appieno. Scopri con noi le tutte le sue caratteristiche!
BONSAI A FOGLIA CADUCA
Ginkgo Biloba: come prendersene cura
In Oriente, fin dai tempi antichi, il Ginkgo è stata una delle specie più coltivate a bonsai, non solo per la sua bellezza, che si esprime in modo particolare attraverso i colori autunnali che lo rendono fortemente decorativo, ma anche per l'ottima rispondenza all'applicazione di tutte le tecniche bonsaistiche. Quest'ultimo aspetto determina l'interesse verso tale specie soprattutto da parte dei principianti.
Come bonsai si cerca di riprodurre la sua caratteristica ramificazione espansa, che con l'età assume una conformazione più compatta, colonnare, attraverso una potatura mirata. Gli stili a cui meglio si adatta il Ginkgo sono l'eretto informale e il tronco multiplo; bisogna però tener presente che a causa delle dimensioni delle foglie (piuttosto grandi) e della ramificazione, non è indicata la creazione di bonsai di piccole dimensioni.
Ginkgo Biloba: esposizione, annaffiature e rinvaso
L'esposizione che favorisce un buon sviluppo di questa specie è quella in pieno sole. Regola che viene infranta solo nel caso degli esemplari più giovani, per i quali è invece meglio una collocazione che garantisca una parziale protezione dai raggi diretti nei periodi in cui le temperature sono più elevate. Durante l'inverno, al verificarsi delle prime gelate occorre ripararlo, tenendo presente che andranno soprattutto salvaguardate le radici che trattengono molta umidità.
Per quello che riguarda le annaffiature, durante le stagioni calde devono essere frequenti, mentre vanno a diminuire con l'arrivo del freddo. Per capire quando il Ginkgo necessita d'acqua occorre osservare lo stato delle foglie: se si nota che esse pendono flaccide, significa che la pianta sta soffrendo a causa della disidratazione, sarà quindi necessario intervenire immediatamente con un'abbondante annaffiatura.
Attenzione anche al rinvaso: finché l'albero è giovane (fino circa ai 10 anni), va trapiantato ogni anno, successivamente, una volta raggiunta la sua formazione, ogni 3 anni. Il periodo migliore per operare questo intervento è la primavera. Al termine del rinvaso è molto importante garantire alla pianta un'abbondante annaffiatura.
Ginkgo Biloba: curiosità di questa pianta preistorica
Viene chiamato anche 'l'albero di nonno e nipote' perché solo la terza generazione in famiglia vedrà i suoi primi frutti.
La sua coltivazione, come detto in precedenza, è particolarmente diffusa in Giappone e Corea per la sua adattabilità alle tecniche bonsai.
La parola “Ginkgo” deriva dal giapponese Ginkyo, che è il nome giapponese del seme del Ginkgo e vuol dire “albicocca d'argento” (gin significa argento, mentre kyo significa albicocca). Si pensa che questo termine derivi dalla pronuncia fonetica dell'ideogramma cinese “yin-hsing” che si pronuncia: ginnkyo. La parola “Biloba” invece deriva dal latino e si riferisce alla forma della foglia che ha due lembi (bi=due; loba=foglie).
Il Ginkgo Biloba è il più antico degli alberi sulla terra, la sua comparsa risale addirittura all'era dei dinosauri per cui ha la meritata fama di essere praticamente indistruttibile!
Si narra che quando la bomba atomica trasformò la città di Hiroshima in un deserto annerito, un vecchio ginkgo cadde fulminato vicino al centro dell'esplosione. L'albero rimase calcinato come il tempio buddista che proteggeva. Tre anni dopo, qualcuno scoprì che una lucina verde spuntava dal carbone. Il ginkgo aveva buttato fuori un germoglio. L'albero rinacque, aprì le braccia, fiorì. Quel superstite della strage è ancora là.
Nella tradizione orientale il Ginkgo è sempre stato considerato un oggetto di venerazione e di culto, simbolo della coincidenza tra gli opposti, e dell'immutabilità delle cose.
Si dice abbia poteri magici e sia in grado di allontanare gli spiriti maligni e per questo veniva piantato vicino a templi e luoghi di culto.
Il seme del Ginkgo è utilizzato anche nella cucina nipponica: si consuma come contorno, oppure si impiega per la preparazione del chawanmushi, una sorta di budino salato che si serve come antipasto.