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Le piante carnivore hanno indubbiamente molto fascino, sia perché sono famose per essere le predatrici del mondo vegetale e sia per essere state protagoniste in alcuni film o romanzi di fantascienza e addirittura di qualche scena horror. Nell’immaginario collettivo, infatti, la pianta carnivora è dentata ed è pronta a chiudere le sue fauci non appena la malcapitata vittima le si trova vicino. Un dipinto che assomiglia molto alla Dionea, la più conosciuta, che di fatto è l’unica pianta carnivora ad essere dentata, anche se non possiamo parlare di veri denti. Questo implica che nell’universo di questa tipologia di piante le varietà sono tantissime, e ognuna di esse possiede un metodo di catturare la preda diverso. Quindi: sicuro di sapere proprio tutto sulle piante carnivore?
Piante carnivore: cosa mangiano esattamente?
Se pensi che esistano piante carnivore che mangiano la carne sei davvero fuori strada e probabilmente potresti avere un futuro come scrittore di romanzi horror. Se invece pensi che coltivare piante carnivore possa essere un’ottima soluzione per liberarti, ad esempio, delle fastidiose zanzare ci sei arrivato molto più vicino. Si chiamano “carnivore” ma, infatti, si nutrono prevalentemente di insetti e artropodi: non mangiano carne e, di solito, non riescono nemmeno a finire l’insetto per intero. Per di più anche il verbo “mangiare” è sbagliato, perché in realtà non si nutrono della loro vittima: la usano per ricavarne azoto, fosforo e altri oligoementi che non si trovano nei terreni dove crescono abitualmente, ovvero torbiere con fondo acido, ripe rocciose con scarso substrato, deserti o altipiani aridi. Le piante carnivore sono pur sempre vegetali, anche se si tratta di piante parzialmente eterotrofe, ovvero non in grado di nutrirsi attraverso la fotosintesi clorofilliana. Le piante carnivore sono piante che si sono tanto evolute da sopperire alla mancanza di queste sostanze sfruttando gli elementi contenuti nel corpo di piccoli organismi.
Le piante carnivore più diffuse e i loro sistemi di cattura
Da vere predatrici quali sono, le piante carnivore sono anche ingegnose per procacciarsi le sostanze di cui necessitano. Tanto ingegnose che possiamo definire la loro evoluzione quasi geniale!
La più famosa è la già citata Dionea, che utilizza un meccanismo di intrappolamento a scatto. In pratica quando un insetto si appoggia sulla superficie della foglia si innesca per lei una trappola mortale in stile tagliola che la imprigiona. Attraverso un sistema di ciglia impedisce all’insetto di scappare via e al suo interno comincia a produrre dei particolari enzimi che cominciano a digerirlo… vivo! È un’operazione che può durare anche diverse settimane.
Un’altra pianta carnivora famosa è quella della varietà Sarracenia. Queste piante assomigliano a grossi e lunghi coni gelato e possono raggiungere anche una discreta lunghezza, più di un metro. La loro arma si chiama ascidio: si tratta di un invasamento, una specie di pozzo in cui gli insetti entrano e ne restano intrappolati. Al solito, una volta dentro si attiva la produzione di un liquido fatto di enzimi che cominciano a digerire l’insetto malcapitato. Può capitare che alcuni insetti predatori, come ad esempio i ragni, ne approfittino per trarne beneficio: si piazzano sul bordo dell’ascidio, stando bene attenti a non scivolarci dentro, e cercano di rubare, allungando le loro zampette, qualche insetto intrappolato lì vicino.
Un altro sistema per catturare prede è quello adattato dalla varietà Drosera, che si basa su un meccanismo simile a quello della Dionea, ma più in piccolo. Le sue foglie sono piene di piccolissimi tentacoli appiccicosi e sono in grado di bloccare le prede avvinghiandosi su di essa.
Sistema simile alla Sarracenia è quello della Cephalotus follicularis che, però, è un po’ più cattivella: l’ascidio è, infatti, ricoperto di aculei rivolti verso l’interno con cui punge l’insetto se tenta di muoversi.
Come coltivare e curare le piante carnivore
Come incipit a questo capitolo parliamo subito di un comportamento, purtroppo, consueto che è da evitare: procurare del cibo alla pianta carnivora è assolutamente sconsigliabile. Queste piante si sono evolute per cacciare insetti e andare contro natura non è mai una bella idea, anche perché le piante carnivore “mangiano” solo quando hanno bisogno di determinate sostanze e non seguono una alimentazione fatta di un definito numero di pasti giornalieri. La cosa più importante per una pianta carnivora è quindi prestare cura e attenzione alla posizione del vaso, all’umidità e al terreno in cui dovrà essere piantata. Ogni pianta carnivora presenta, comunque, richieste diverse, ma ciononostante è possibile identificare dei punti in comune.
Irrigazione
Diverse piante carnivore preferiscono essere irrigate con acqua piovana, proprio come avviene in natura. È da tenere in considerazione, infatti, che molte di loro crescono in suoli con un substrato acido e povero di elementi nutritivi, quindi le acque ricche di sali minerali sono da evitare. Può andare bene per la causa l’acqua distillata, oppure quella di condensa del freezer o dei deumidificatori.
Terreno
Per lo stesso motivo le piante carnivore non tollerano terreni fertili o con ph elevato. Un buon terreno di crescita è una miscela 3:1 di torba bionda acida di sfagno e sabbia orticola. Il ph ideale dovrebbe essere compreso tra 3 e 4,5. È molto importante che il terreno non contenga azoto, per loro è praticamente una sostanza tossica e assolutamente contro natura, visto che è l’elemento che si procacciano cacciando e che assimilano molto molto lentamente.
Luce
Le piante carnivore hanno bisogno di tanta luce, talvolta piena luce, proprio come in natura. Ci sono delle eccezioni ovviamente, come ad esempio la Pinguicula e la Nepenthes, che vanno invece messe al riparo. La luce stimola la produzione di pigmenti e dà loro un più bell’aspetto.
Temperatura
L’argomento temperatura è complesso, perché alcune piante carnivore crescono in altipiani, altre in deserti, quindi si parla di necessità veramente specifiche.
Malattie e parassiti delle piante carnivore
Le piante carnivore hanno un nemico molto conosciuto: la muffa grigia (più nello specifico la Botrytis cinerea), che è una malattia piuttosto diffusa nel mondo dei vegetali. Si sviluppa facilmente in presenza di forte umidità e temperature elevate, quindi è meglio evitare che si verifichino queste condizioni. Se dovesse manifestarsi è bene combatterla con un fungicida.
La Dionea: può essere coltivata in casa?
La Dionea è attualmente una delle piante più ricercate tra le carnivore. In tanti la comprano per coltivarla in casa, ma è bene sapere che questo tipo di pianta non può vivere dentro casa, ma bensì fuori, in balcone. Si tratta di una pianta nordamericana rustica che deve vivere all’esterno, anche quando fa molto freddo. Durante l’inverno, infatti, entra in una specie di letargo, un po’ come la maggior parte delle piante che perde le foglie in autunno e le rimette in primavera. Un consiglio sulla Dionea: non far scattare la trappola senza che vi sia un insetto all’interno. Questo perché la produzione degli enzimi è automatica e la foglia ha sostanze ed energie per un numero limitato di tentativi, dopodiché diventa nera e si secca. Insomma la Dionea è una pianta carnivora che ha gran fascino, ma non è di certo un giocattolo.
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